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20.07.22 - 08:200
Aggiornamento: 24.07.22 - 23:18

Samuele Vorpe: c'era una volta il Ticino... La fuga fiscale dei "Paperoni" in Italia

Da tempo l'Italia offre condizioni vantaggiose per coloro che vi trasferiscono la residenza fiscale, cercando di attirare buoni contribuenti sul proprio territorio

di Samuele Vorpe *

L’Italia, da qualche anno a questa parte, offre delle condizioni quadro fiscali molto vantaggiose per coloro che decidono di trasferirvi la residenza fiscale. I principali beneficiari, in un’ottica prettamente fiscale, sono in particolare le persone facoltose, i pensionati e i lavoratori.

A volte basta poco. Un trasferimento sull’altra sponda del lago di Lugano, a Campione d’Italia, o a Porlezza, permette alle persone facoltose di fruire del regime dei neo-residenti, meglio conosciuto come quello dei “paperoni”. Si paga un’imposta sostitutiva annua di 100.000 euro e non vi sono obblighi di dichiarare al Fisco italiano i redditi di fonte estera, mentre su quelli di fonte domestica si viene tassati in forma ordinaria (se pensiamo ad esempio ai redditi da capitale italiani vi è una ritenuta d’imposta del 26%).

Vi è dunque un grosso vantaggio per coloro che conseguono notevoli redditi esteri, poiché l’imposta in Italia è sempre pari a 100.000 euro. Quindi, tanto più sono alti i redditi, quanto più bassa è in percentuale l’imposta da corrispondere all’erario! Inoltre, in Italia, diversamente dalla Svizzera, le persone facoltose non devono pagare l’imposta sulla sostanza, nemmeno l’IVIE (Imposta sugli investimenti immobiliari all’estero) e l’IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività all’Estero), così come non vi sono obblighi di monitoraggio fiscale.

La condizione soggettiva per beneficiare del regime dei neo-residenti è quella di non aver avuto la residenza fiscale in Italia in almeno 9 dei 10 periodi d’imposta precedenti l’arrivo nella Penisola. Inoltre, questo regime, diversamente dalla tassazione globale (detta anche tassazione forfettaria) svizzera, permette ai “paperoni” di svolgere un’attività lucrativa su suolo italiano, ciò che non è permesso in Svizzera, pena l’esclusione dal regime dei globalisti.

Agli inizi, si pensava che regime italiano non durasse nel tempo per i noti e frequenti cambi di governo e l’instabilità politica che ne consegue, invece ora sono già passati 6 anni da quando è in vigore e non vi sono sentori che possa essere abolito dal Governo, tanto più che il regime dei neo-residenti è stato introdotto dall’allora Governo Renzi, notoriamente posizionato a sinistra.

Il secondo regime fiscale di favore, anche se per poterne beneficiare è necessario andare a vivere un po’ più lontano, più precisamente nel Mezzogiorno italiano, è quello dei pensionati. Questo regime, ispirato al modello portoghese, trova applicazione a partire dal 2019 per coloro che percepiscono una pensione e decidono di spostare la loro residenza fiscale, appunto, nel Mezzogiorno, a condizione che abbiano vissuto all’estero per almeno 5 anni prima dell’arrivo in Italia. In tal caso i redditi esteri sono assoggettati nella Penisola italiana con un’aliquota fissa del 7%. Anche per queste persone non vi sono obblighi di monitoraggio, né di pagamento IVIE e IVAFE.

L’ultimo regime, che è quello che trova maggiormente applicazione nella pratica, riguarda i lavoratori impatriati, le cui ultime modifiche migliorative sono state introdotte dal 2020. Anche in questo caso per poterne usufruire è necessario un trasferimento della residenza fiscale in Italia. In particolare, il lavoratore non deve essere stato residente in Italia nei 2 periodi d’imposta che precedono il trasferimento. Inoltre, il lavoratore deve impegnarsi nei confronti del Fisco italiano a risiedere in Italia per almeno due anni dopo il trasferimento della residenza fiscale. L’ultimo requisito riguarda l’obbligo di svolgere l’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano. In tal caso, il lavoratore impatriato benefica di una riduzione percentuale sino al 70% sui redditi del lavoro, percentuale che si attesta al 90% se la persona si trasferisce nel Mezzogiorno.

L’Italia sta quindi diventando uno Stato che cerca, attraverso delle importanti agevolazioni fiscali, di attirare buoni contribuenti sul proprio territorio. Un concorrente in più per il Ticino, che non deve più guardare solo a Nord a causa della concorrenza fiscale intercantonale, ma deve ora fare attenzione anche a Sud!

 

 * prof. Dr. iur., responsabile del Centro competenze tributarie della SUPSI of counsel at COLLEGAL Studio legale e notarile Attorneys at law

 

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