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L'economia con Amalia
28.11.22 - 10:180

Divario salariale, black friday e mercato del lavoro in Ticino: i temi della settimana a "L'economia con Amalia"

La consueta panoramica dell’economista sugli argomenti più attuali, con uno sguardo allo scenario macroeconomico internazionale

di Amalia Mirante *

Questa settimana saranno pubblicati i dati dell'andamento dei prezzi in molte nazioni europee, tra cui la Francia, la Germania, la Spagna e l'Italia. Sarà l'occasione per valutare se le strategie di innalzamento dei tassi di interesse dalla Banca Centrale Europea (BCE) iniziano a dare risultati come potrebbe essere il caso per gli Stati Uniti. Nel frattempo la settimana scorsa sono giunte alcune buone notizie. La fiducia dei consumatori in Germania, Italia e Francia ha segnato un'evoluzione positiva. Lo stesso clima un po' più ottimista si registra anche sul fronte della fiducia delle imprese (ad eccezione della Francia, che però ricordiamolo, sembra essere un po' più in ritardo rispetto al percorso delle altre nazioni. La settimana scorsa avevamo in effetti evidenziato l'aumento più marcato dell'indice dei prezzi al consumo, cosa che non era avvenuta in precedenza). E dalla Germania sono arrivate altre due buone notizie. Il Prodotto interno lordo (PIL) del terzo trimestre (da luglio a settembre) è aumentato dello 0.4%, in crescita rispetto alle previsioni (+0.3%), ma anche rispetto al periodo precedente in cui era salito solo dello 0.1%. La seconda buona notizia è che anche l'indice dei prezzi alla produzione (il costo dei beni appena usciti dalla fabbrica senza includere i costi di trasporto, logistica,...) mostra il primo calo dopo oltre due anni (-4.2% rispetto a settembre). Era dal maggio del 2020 che questo indicatore aumentava sempre di più di mese in mese. Certo la crescita (+34.5%) rispetto a un anno fa è ancora impressionante, ma decisamente in riduzione rispetto al +45.8% dei due mesi precedenti. 

E chi invece non sembra dare grandi segnali di decrescita è la differenza salariale tra uomini e donne in Svizzera. La scorsa settimana sono stati pubblicati i dati del 2020. Anche se il divario si è leggermente ridotto dell'1% rispetto al 2018, rimane ancora molto elevato e si conferma al 18%. In questo caso si parla dei dati medi di tutta l'economia, privata e pubblica. Il dato medio risulta in realtà statisticamente un po' più fuorviante del dato mediano, che consente di "neutralizzare" l'effetto da una parte dei salari molto bassi e dall'altra parte di quelli molto alti. In effetti, prendendo la misura mediana (che è quella che divide il campione perfettamente a metà, ossia ci dice che metà delle persone guadagnano più di quel salario e metà delle persone meno di quel salario), la differenza di stipendio si riduce al 10.8%. Sempre molto grande, ma decisamente più contenuta. Tornando ai dati appena pubblicati avvalorano purtroppo le tendenze già note. Sono le donne (60.1%) le persone che guadagnano i salari più bassi sotto ai 4'000 franchi lordi al mese, mentre sono in prevalenza gli uomini (78.5%) a guadagnare i salari più alti di 16'000 franchi al mese. I settori economici confermano differenze salariali di genere specifiche: nei settori meglio pagati come quelli finanziari e assicurativi il divario è maggiore, al contrario di quanto succede con quelli meno pagati (ristorazione e commercio al dettaglio). Probabilmente questo fatto dipende dalla differente possibilità di contrattare forme individuali e più personali di remunerazione (pensiamo per esempio ai bonus). In tutto questo, se possibile, c'è un altro elemento ancora più grave. La parte di differenza salariale che non riusciamo a spiegare con elementi oggettivi (età, formazione, anni di servizio,..) aumenta nel tempo. Come se il fattore "donna" diventasse sempre più discriminante. Contro questo fenomeno, che è un problema dell'intera società, solo uomini e donne insieme potranno trovare la soluzione.  

E speriamo che invece chi tra di voi attendeva il Black Friday abbia potuto trovare il suo acquisto realizzando un risparmio. Inutile negare che molte persone attendono questo giorno "speciale" per gli acquisti, per poter comperare qualcosa pagando un prezzo più basso. I dati appena pubblicati da Adobe Analytics, che è uno strumento digitale che misura il commercio on-line effettuato presso l'85% dei 100 principali rivenditori negli Stati Uniti, sono inequivocabili. Nonostante l'inflazione, la preoccupazione per il futuro, la guerra in corso e la paura di una crisi economica, gli americani hanno speso la cifra record di 9.12 miliardi di dollari (circa 8.6 miliardi di franchi svizzeri) durante il Black Friday. Le vendite sarebbero aumentate del 2.3%. Adobe conferma anche che quasi la metà degli acquisti sono stati fatti attraverso gli smartphone. Sempre Adobe prevede che sarà il Cyber Monday il giorno in cui si realizzeranno le vendite online maggiori e le stima in un valore di 11.2 miliardi di dollari (10.6 miliardi di franchi svizzeri). Per chi fosse poco frequentatore dello shopping via web, il Cyber Monday è il lunedì successivo al Black Friday, quindi oggi, 28 novembre. Nel frattempo abbiamo purtroppo letto la notizia che a Neuchâtel dei vandali hanno distrutto e imbrattato le vetrine di due negozi per manifestare il loro dissenso contro il consumismo. Questo genere di vandalismi, al pari di quelli perpetrati contro le opere d'arte, non solo nuocciono alle cause originali, ma mostrano tutti i limiti di una logica assolutista e autoassolutoria.  

E chiudiamo con un tema che ci sta particolarmente a cuore. Purtroppo i dati sul mercato del lavoro ticinese ancora una volta confermano che "Aumentano i frontalieri, partono i residenti". Nel nostro articolo settimanale abbiamo analizzato i dati pubblicati dall'ufficio federale di statistica sugli impieghi e sugli occupati. Per comprendere meglio le ragioni della tendenza che vede una riduzione del lavoro per gli svizzeri e i residenti, ci siamo serviti anche dell'ultima pubblicazione del nostro ufficio cantonale di statistica "Vivere o lavorare in Ticino? Un'analisi di chi da frontaliere diventa residente e viceversa". Cogliamo l'occasione per ringraziare per l'eccellente lavoro i ricercatori e le ricercatrici dell'ufficio cantonale di statistica che ci consentono di comprendere meglio la nostra realtà. 

* economista

 

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