VIGANELLO – Un figlio morto, pochi giorni prima di Natale, ucciso nella stanza di una pensione, probabilmente per ruggini passate, ancora non si sa. E fra gli uccisori un uomo che poco prima compariva in foto con lui sui social. Cosa può esserci di peggio, per un padre?
È immenso il dolore che sta vivendo il papà del 35enne del Bellinzonese, di cui ora viene reso noto il nome, morto a Viganello. Ma nonostante tutto, ha voluto parlare col Corriere del Ticino, per raccontare chi era suo figlio, e al dolore se ne aggiunge altro nel ripercorrere una vita difficile.
Perché lo fa? Desidera che la vita travagliata, rovinata dall’alcool, di suo figlio possa essere uno stimolo a chiedere aiuto. Parte dai ricordi belli, quelli in cui assieme praticavano la loro grande passione, la bici. Ma poi qualcosa va storto… “Nel corso dell’adolescenza, a causa anche di problemi familiari, ha preso una strada sbagliata: sbagliare strada è facile, tornare indietro è difficile”, racconta desolato.
I due si sentivano regolarmente, quasi tutti i giorni. “Gli facevo le raccomandazioni, ma lui non accettava il mio aiuto e non voleva farsi ricoverare per risolvere la dipendenza dall’alcol. Mi diceva “sì, sì, hai ragione” ma poi… aveva la sua testa”, spiega.
“Uscire da una dipendenza è molto difficile. E tante volte chi ha problemi rifiuta l’aiuto, non accetta di andare in comunità. Lui non ha mai voluto, diceva che ce l’avrebbe fatta da solo. Ma da solo non puoi uscirne: l’alcol ti disintegra piano piano. Purtroppo, la sua vita è stata un calvario, sia per lui che per noi che gli volevamo bene”, termina.
Una vita purtroppo terminata in modo violento qualche giorno fa, alla Pensione La Santa. Su cosa sia accaduto realmente gli inquirenti stanno cercando di fare luce.